Cormòns, preconcordato per la Mibb: 30 lavoratori in bilico
Dopo la cassa integrazione straordinaria per tutti i 30 dipendenti, si profila una richiesta di preconcordato per la Mibb, la quasi cinquantenaria azienda di Cormons specializzata nella produzione di camerette per bambini.
«Già da qualche mese ““ ha dichiarato al Piccolo il segretario della Fillea Cgil Gorizia Luciano Sartori”“ una decina di dipendenti si trovava in regime di solidarietà : da agosto però tutti sono stati messi in cassa integrazione straordinaria e l’azienda ha presentato un piano per un concordato in bianco, sul quale dovrà ora pronunciarsi il giudice. Questo passaggio sarà fondamentale per capire le prospettive future per l’azienda e i lavoratori: se il giudice dovesse dare l’ok al concordato si potrebbero aprire degli spiragli per mettere sul mercato l’impresa, nel caso in cui qualche acquirente fosse interessato a rilevarla».
Se questo percorso non dovesse andare in porto, il rischio è quello della chiusura. «Stiamo seguendo passo dopo passo questa vicenda ““ ha detto ancora Sartori ““ sperando che ci possa essere un lieto fine, anche se la situazione al momento è delicata. I lavoratori sono fermi da agosto e stanno ancora attendendo il pagamento delle mesilità arretrate». La corsa è anche contro il tempo, perché più l’azienda resta ferma, più perde quote di mercato e vede diminuire le prospettive di una ripresa dell’attività , nonostante possa contare su un solido prestigio nel suo settore.
«Già da qualche mese ““ ha dichiarato al Piccolo il segretario della Fillea Cgil Gorizia Luciano Sartori”“ una decina di dipendenti si trovava in regime di solidarietà : da agosto però tutti sono stati messi in cassa integrazione straordinaria e l’azienda ha presentato un piano per un concordato in bianco, sul quale dovrà ora pronunciarsi il giudice. Questo passaggio sarà fondamentale per capire le prospettive future per l’azienda e i lavoratori: se il giudice dovesse dare l’ok al concordato si potrebbero aprire degli spiragli per mettere sul mercato l’impresa, nel caso in cui qualche acquirente fosse interessato a rilevarla».
Se questo percorso non dovesse andare in porto, il rischio è quello della chiusura. «Stiamo seguendo passo dopo passo questa vicenda ““ ha detto ancora Sartori ““ sperando che ci possa essere un lieto fine, anche se la situazione al momento è delicata. I lavoratori sono fermi da agosto e stanno ancora attendendo il pagamento delle mesilità arretrate». La corsa è anche contro il tempo, perché più l’azienda resta ferma, più perde quote di mercato e vede diminuire le prospettive di una ripresa dell’attività , nonostante possa contare su un solido prestigio nel suo settore.