Mobile e costruzioni, recupero più deciso
Per ora, più che di ripresa, è più corretto parlare di recupero. Ma i segnali positivi, finalmente, arrivano da diversi fronti, mercato del lavoro ed export in primis, e riguardano tanto il legno quanto l’edilizia. Anche quest’ultima, dopo aver toccato il fondo tra la fine del 2016 e l’inizio di quest’anno, sembra finalmente aver intrapreso la strada di una lenta risalita.
A confermarlo prima i dati Istat sull’occupazione, che nella nostra regione, trainata dall’industria manifatturiera e anche dalle costruzioni, nel secondo trimestre di quest’anno è balzata a quota 508mila occupati, 9mila in più rispetto ai primi tre mesi dell’annoe 11mila rispetto allo stesso trimestre del 2016. Un segnale positivo, anche se all’insegna del lavoro precario, confermato il giorno dopo dall’export, che per le province a maggiore vocazione industriale (Udine e Pordenone) fa segnare un +8% nei primi sei mesi di quest’anno. In calo invece Gorizia e Trieste, che però pagano il peso e l’andamento ciclico della cantieristica, con un segno negativo legato soltanto a motivazioni tecnico-statistiche e che non risponde all’andamento reale del settore. Bene, nell’ambito del manifatturiero, soprattutto il mobile, il cui recupera decisamente terreno, sfiorando i 700 milioni di euro nella prima metà dell’annno, il 10% in più rispetto al 2016.
A completare un quadro che autorizza un cauto ottimismo l’ultimo aggiornamento dati della Cassa edile di Udine, che vede confermata la tendenza positiva avviata da qualche mese per numero di imprese iscritte, operai e ore lavorate. prosegue anche il calo della cassa integrazione. Resta il fatto, però, che la consistenza del settore appare dimezzata rispetto ai livelli pre-crisi. Livelli nonj più raggiungibili.