Concordato Vidoni, la Procura non è favorevole
La procura della Repubblica di Udine, riunitasi ieri in Camera di Consiglio, ha chiesto al tribunale, che dovrà esprimersi sull’ammissione del piano di concordato presentato dalla Vidoni Spa, di decretare il fallimento dell’azienda di Tavagnacco. Non si tratta di una decisione. Si tratta di una richiesta che apre una nuova, pesante incognita sulla decisione finale dei giudici fallimentari.
Presentato il 15 settembre scorso, il concordato rappresenta l’estremo tentativo di salvare l’azienda, anche se a prezzo
di un pesantissimo ridimensionamento, che prevede la dismissione del
ramo edilizia, la vendita dei beni immobili, compresa la sede di
Tavagnacco, e di gran parte dei macchinari. Se nonostante la richiesta della procura dovesse arrivare il consenso del tribunale, seguito da quello dei
creditori, la Vidoni potrà ripartire limitando la propria attività ad
alcune nicchie di mercato come le gallerie, le fondazioni speciali e le
opere idraulico forestali, salvando parte degli attuali cento
dipendenti, che perderebbero tutti il posto invece in caso di
fallimento.
Presentato il 15 settembre scorso, il concordato rappresenta l’estremo tentativo di salvare l’azienda, anche se a prezzo
di un pesantissimo ridimensionamento, che prevede la dismissione del
ramo edilizia, la vendita dei beni immobili, compresa la sede di
Tavagnacco, e di gran parte dei macchinari. Se nonostante la richiesta della procura dovesse arrivare il consenso del tribunale, seguito da quello dei
creditori, la Vidoni potrà ripartire limitando la propria attività ad
alcune nicchie di mercato come le gallerie, le fondazioni speciali e le
opere idraulico forestali, salvando parte degli attuali cento
dipendenti, che perderebbero tutti il posto invece in caso di
fallimento.