Lavori pubblici, 900 milioni di euro da sbloccare
Sbloccare le opere pubbliche in regione, consentendo la rapida trasformazione in appalti dei 900 milioni di euro disponibili nei bilanci degli enti locali alla voce lavori pubblici. È quanto chiedono alla Regione, in un protocollo unitario, le organizzazioni imprenditoriali e i sindacati del settore edile, che propongono alla Giunta ““ sul modello di quano fatto per accelerare l’opera di ricostruzione dopo il terremoto del 1976 ““ l’istituzione di una “segreteria generale straordinaria” che sovritenda al rapido utilizzo dell risorse. «Un’iniziativa che aiuterebbe il comparto ““ si legge nel protocollo, firmato dai vertici regionali di Ance, Confartigianato, Cna, Confapi, Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Uilca-Uil ““ a promuovere una necessaria quanto improcrastinabile inversione di rotta nell’importante opera di creazione di nuove maestranze per il settore, da sempre fiore all’occhiello del Friuli Venezia Giulia, e non di meno a determinare una forte crescita del Pil».
Quella solloecitata da imprese e sindacati è una procedura sulla falsariga di quella già adottata lo scorso anno con l’ordinanza di protezione civile relativa agli interventi conseguenti all’emergenza maltempo, che prevede procedure straordinarie per contrattualizzare opere per un ammontare complessivo di 159 milioni entro il 30 settembnre di quest’anno, pena la perdita della copertura finanziaria. Copertura finanziaria che rischia di venire meno anche per le opere di cui si sollecita lo sblocco, se non verranno avviati i cantieri. Positiva ma non sufficiente, secondo i firmatari del protocollo, la risposta già data dall’amministrazione regionale con la costituzione della task force di professionisti e Rup per la cantierizzazione delle opere necessarie alla difesa del territorio, alll’adeguamento degli edifici pubblici, alla manutenzione delle infrastrutture e alla sicurezza in genere. L’altro passo da fare è «un percorso di accelerazione delle procedure amministrative di affidamento dei lavori, per consentire l’utilizzo delle risorse disponibili che scongiuri il concreto rischio di retrocessione dei finanziamenti in essere».
Garantire l’effettivo utilizzo di tali risorse attraverso un rilancio immediato degli investimenti pubblici, per imprenditori e sindacati del comparto edile, «rappresenta la più alta sfida per questa amministrazione regionale e una scommessa che si deve vincere, per dotare il territorio di un sistema di infrastrutture efficienti e per attuare anche una preventiva messa in sicurezza delle aree più fragili, migliorando la qualità della vita dei cittadini e, nel contempo, favorendo la ripresa del settore edile e del suo indotto».
Quella solloecitata da imprese e sindacati è una procedura sulla falsariga di quella già adottata lo scorso anno con l’ordinanza di protezione civile relativa agli interventi conseguenti all’emergenza maltempo, che prevede procedure straordinarie per contrattualizzare opere per un ammontare complessivo di 159 milioni entro il 30 settembnre di quest’anno, pena la perdita della copertura finanziaria. Copertura finanziaria che rischia di venire meno anche per le opere di cui si sollecita lo sblocco, se non verranno avviati i cantieri. Positiva ma non sufficiente, secondo i firmatari del protocollo, la risposta già data dall’amministrazione regionale con la costituzione della task force di professionisti e Rup per la cantierizzazione delle opere necessarie alla difesa del territorio, alll’adeguamento degli edifici pubblici, alla manutenzione delle infrastrutture e alla sicurezza in genere. L’altro passo da fare è «un percorso di accelerazione delle procedure amministrative di affidamento dei lavori, per consentire l’utilizzo delle risorse disponibili che scongiuri il concreto rischio di retrocessione dei finanziamenti in essere».
Garantire l’effettivo utilizzo di tali risorse attraverso un rilancio immediato degli investimenti pubblici, per imprenditori e sindacati del comparto edile, «rappresenta la più alta sfida per questa amministrazione regionale e una scommessa che si deve vincere, per dotare il territorio di un sistema di infrastrutture efficienti e per attuare anche una preventiva messa in sicurezza delle aree più fragili, migliorando la qualità della vita dei cittadini e, nel contempo, favorendo la ripresa del settore edile e del suo indotto».