Udine, Giareghi eletto alla guida della Camera del lavoro
È Emiliano Giareghi il nuovo segretario generale della Cgil di Udine, eletto oggi a larghissima maggioranza dall’assemblea generale della Camera del Lavoro. Giareghi, già componente della segreteria uscente, raccoglie il testimone da Natalino Giacomini, che dopo oltre quarant’anni di rappresentanza nell’ambito del lavoro attivo, e sei alla guida della Cgil provinciale, entra ufficialmente nelle file dei pensionati.
Un cambio annunciato per la Cgil friulana, che conferma nel ruolo di segretario generale un rappresentante del manifatturiero. Giareghi, 51 anni, vanta infatti un lungo curriculum nelle principali categorie del comparto industriale: dopo un inizio tra i metalmeccanici della Fiom, è stato poi segretario territoriale dei chimici (Filcea) e dei tessili (Filtea), prima di approdare alla Fillea (edilizia e legno), di cui ha guidato a lungo, a partire dal 2012, sia la segreteria provinciale che quella regionale. Nel 2018, in parallelo con il suo impegno nella categoria, ha assunto anche il ruolo di segretario organizzativo della Cgil di Udine, ponendo così le premesse per un passaggio di consegne che avviene nel pieno segno della continuità .
«È un impegno che assumo con entusiasmo ““ dichiara ““ e con la consapevolezza di guidare una Camera del lavoro che rappresenta il cuore del manifatturiero regionale, forte di una base di 17mila lavoratori attivi e 15mila pensionati. Numeri che la pandemia non ha intaccato, avendo al contrario rafforzato un ruolo di rappresentanza che non si limita al contesto lavorativo, ma che punta a una tutela a 360 gradi, affidata anche al nostro rapporto con le istituzioni e al ruolo delle nostre strutture di servizio, dai patronati ai Caf, sempre più centrale in una fase di straordinaria emergenza e crisi come quella che stiamo tuttora attraversando».
L’auspicio, ovviamente, è che la fine di quell’emergenza possa oggi essere più vicina: «Dopo quindici mesi di pandemia ““ dichiara il neosegretario ““ incominciamo a intravedere i segnali di una via di uscita che potrà essere tale solo se saremo in grado di sostenere il rinnovamento e il rilancio del nostro tessuto economico, proseguendo inoltre sulla strada del rafforzamento della sanità pubblica e del welfare. Fondamentale, in questo senso, il ruolo del Recovery Fund e la sua integrazione con le politiche economiche della Regione, che potranno spiegare appieno la loro efficacia solo recuperando in pieno la centralità del manifatturiero come asse portante della nostra economia. Temi questi che, in piena continuità con la preziosa eredità di chi mi ha preceduto e con i temi del documento unitario presentato poche settimane fa dai sindacati friulani, resteranno al centro dell’azione politica e sindacale della Cgil».