Legno arredo, si chiude un 2023 difficile
Dopo i dati rilevantissimi di crescita registrati dal settore durante il periodo Covid, segnati da un boom si investimenti sulla casa, oggi per effetto della fine della pandemia e di tutte le tensioni internazionali e speculative presenti, il settore del legno-arredo ha registrato un forte rallentamento delle proprie attività .
Secondo le nostre analisi su dati Istat, la produzione del legno, dopo la caduta subita nel 2020 (-7,3% in FVG) causa lockdown, aveva registrato nel 2021 un netto rimbalzo (+16,1% in FVG) continuato, sia pur in decelerazione nel primo semestre del 2022 (+3,2%) e un crollo nella seconda parte dell’anno (-13,8% ). Solo il legno grezzo ad oggi registra un segno positivo del + 36,6%, rispetto al 2022.
La produzione del legno in FVG ha registrato i seguenti numeri :
Produzione 2020 -7,3% rispetto al 2019
Produzione 2021 +16,1% rispetto al 2020
Produzione 2022 I° semestre + 3,2% rispetto I° semestre 2021
Produzione 2022 II° semestre -13,8% rispetto II° semestre 2021
Produzione 2023 I° semestre -10% rispetto I° semestre 2022
Le esportazioni sono diminuite rispetto al 2022, con una variazione in negativo del -21,9% per il comparto: nel dettaglio è sceso del 9% l’ export in Francia, del 23% negli Stati Uniti, del 5% nel Regno Unito, mentre è aumentato del 3% l’export in Germania. Dati che certificano un rallentamento importante per un settore strategico come quello del legno-arredo, che conta in termini di localizzazioni 2136 imprese (comprese le sedi secondarie), ovvero circa il 20% del totale dell industria manifatturiera regionale, con un montante di circa 19mila addetti che rappresentano il 16,5% del totale del manifatturiero. In provincia di Udine sono ubicate il 57% delle localizzazioni regionali e il 40% degli addetti del comparto legno arredo, il resto prevalentemente si concentra nel pordenonese, con qualche eccezione di rilievo nel goriziano.
Nel 2023, a conferma dei dati sopra indicati, i sindacati hanno registrato l’attivazione in molti imprese degli ammortizzatori sociali ordinari, per far fronte al calo delle e delle ore lavorate: di seguito vi diamo riscontro delle principali imprese per territorio in cui si sono attivati gli ammortizzatori sopra citati.
Per il 2024 ci attendiamo un periodo di assestamento e di possibile normalizzazione, all’interno però di un contesto internazionale che rimane complesso e instabile. Il 2024 potrebbe rappresentare un anno migliore del 2023, con qualche spiraglio di possibile dato positivo per quanto concerne l’export, ma con una tendenza confermata di sofferenza del mercato interno.
Massimo Marega, segretario generale Fillea Cgil Fvg